mercoledì 25 marzo 2015

J.K. Rowling - Il Seggio Vacante nella mia top 5!

Sono una fan della Rowling, una di quelle che pensa che Harry Potter andrebbe inserito nei programmi scolastici e che sia un vero capolavoro letterario. Non mi dilungo, ma chi ama la saga sono sicura capirà cosa significa perdersi nel mondo di Hogwarts, iniziare a dire "lumos" per spegnere la luce, piangere o ridere per i principali avvenimenti etc... Detto questo, lo scorso anno ho deciso di affrontare Il Seggio Vacante, il primo libro scritto dall'autrice dopo i 7 volumi.

A differenza di molti, non temevo di rimanere delusa. Sapevo che mi avrebbe conquistato. E infatti per me è stato il libro del 2014, l'ho consigliato a tutti, l'ho amato, non volevo arrivare alla fine! Fin dalle prime pagine, anzi righe, mi ha rapito. Nessuno secondo me sa descrivere così bene i personaggi, le sfaccettature del loro carattere, le sfumature dell'umore, l'aspetto fisico, i luoghi, le atmosfere. Nessuno sa intrecciare così bene le storie e tenerti incollato alle pagine. La storia del libro è piuttosto semplice: una cittadina inglese - Pagford - resta sconvolta di fronte alla morte prematura del consigliere municipale. L'accadimento scatena velocemente una reazione a catena nella piccola comunità e fa venire alla luce conflitti tra conservatori e progressisti, matrimoni infelici, false amicizie....In un attimo, il tranquillo paesino si rivela covo di invidie, rivalità e odio. Ma la narrazione è divina.

L'autrice stessa ha definito il libro "profondamente inglese", la trovo una definizione azzeccatissima. Non solo, Il Seggio Vacante è un libro cinico, amaro, vero e molto cinematografico (e infatti la bbc dovrebbe dedicargli una serie tv, speriamo!!)
Vi lascio con le righe introduttive del romanzo, per me è stato amore a prima vista.

"Tieniti forte" disse Miles Mollison, in piedi nella cucina di una delle grandi case di Church Row. Aveva aspettato le sei e mezzo del mattino per fare quella telefonata. Era stata una nottataccia, piena di lunghi momenti di veglia intervallati da sprazzi di sonno agitato. Alle quattro del mattino aveva capito che anche sua moglie era sveglia e per un po' avevano parlato al buio, a bassa voce. E perfino allora, mentre discutevano di quanto erano stati costretti a vedere, ciascuno cercando di scacciare il vago senso di paura e turbamento, piccole, impalpabili ondate di eccitazione avevano solleticato le viscere di Miles al pensiero di comunicare la notizia a sua padre. Aveva pensato di aspettare fino alle sette, ma il timore che qualcun altro potesse batterlo sul tempo lo aveva spinto a telefonare prima." 



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